persona che decide che strada intraprendere

Cosa succede quando finisce il percorso di coaching?

Negli articoli precedenti del blog abbiamo passato in rassegna tutti i momenti che compongono un percorso di coaching, fasi che non si possono saltare e che dobbiamo attraversare con consapevolezza.

Breve sintesi per rinfrescare la memoria:

-il momento di ascoltarti, per capire cosa desideri davvero e andare a prenderlo;

-il momento di fare chiarezza, perché solo facendo luce sui tuoi pensieri puoi renderti conto di chi sei e di cosa sei capace;

-il momento di decidere, perché per cambiare le cose (e potenzialmente la vita) serve coraggio e volontà;

-il momento di riconoscere gli ostacoli, che si incontrano sempre, la differenza la fa il modo in cui li gestisci;

-il momento di pianificare il percorso, in cui definirai dei micro-obiettivi pratici per raggiungere la meta con la giusta organizzazione del tempo;

-il momento di agire, perché tenere salda la motivazione è indispensabile, sia quando tutto procede bene, sia quando qualcosa va storto;

-il momento di fare il punto, in cui pesi il valore del percorso e memorizzi il modo in cui hai fronteggiato le sfide.

Al termine di questo lavoro avrai messo da parte tanti strumenti utili e necessari per proseguire autonomamente il tuo piano d’azione.

Il coaching funziona davvero?

Misurare gli effetti del coaching è indispensabile e si inizia a farlo già dopo le prime sessioni, ma è al termine degli incontri che si valuta nella concretezza della quotidianità.

Nell’ambito di una ricerca condotta dall’Università Sapienza di Roma sono state intervistate circa 200 persone (coachees), provenienti da tutt’Italia, con l’obiettivo di comprendere l’effetto generato dal percorso di coaching. Al termine dello studio sono stati rilevati il miglioramento delle capacità cognitiva e l’aumento della consapevolezza dei propri punti di forza e delle criticità in risposta alle richieste del contesto lavorativo, indipendentemente dagli approcci e dai metodi utilizzati dai coach professionisti.

Si è verificato che i partecipanti alla ricerca hanno ottimizzato concretamente le capacità di:

  • valorizzare il proprio contributo
  • definire gli obiettivi
  • agire per il raggiungimento degli stessi
  • migliorare la strategia quando necessario

Tutte queste skills personali, anche se già presenti nell’individuo, hanno bisogno di essere allenate e sviluppate e il coaching ha fatto esattamente questo.
Lo studio ha rilevato che i benefici sono effettivi, con ricadute misurabili sul lavoro, a prescindere dal contesto aziendale del soggetto intervistato.

Ultima sessione con il coach: ora che si fa?

Al momento dei saluti la domanda che mi viene sempre posta è “e adesso cosa succede?”.
Io rispondo così: tutto o niente, dipende solo ed esclusivamente da te.

Nuovi obiettivi potrebbero essere all’ordine del giorno. O dovrebbero? Ognuno ha il suo modo di pensare, quello che ti consiglio io è di fermarti un attimo e goderti i tuoi risultati.
Sii felice, vivi profondamente il tuo nuovo io e i traguardi raggiunti.

Poi puoi decidere di restare lì e ricrearti la tua nuova comfort zone, io invece suggerisco di fissare dei nuovi obiettivi e ripartire.
Non è mai un ricominciare da capo, è riavviarsi con nuova consapevolezza dei tuoi punti forti e dei tuoi limiti che hai scoperto e riconosciuto.
E questa è tutta fatica che non dovrai fare più! È come succede in palestra: alla prima lezione sollevi a malapena 5 kg poi, allenamento dopo allenamento, arrivi ad alzarne 20. Consolida i 20 e fai in modo che diventino 21, 22, 23…Oppure puoi scegliere di consolidare i 20, mantenerli e dedicarti anche ad imparare un nuovo sport.

Il coach rimane a disposizione per perfezionare l’allenamento, questo non dimenticarlo!

A presto,
Lara

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